Percorsi della Valle dell’alto Aniene a Subiaco e da Campo dell’Osso al Santuario della SS. Trinità


Primo giorno (15/09/2012): Valle dell’Alto Aniene. Si tratta di una “via d’acqua” importante, sia per l’influenza esercitata sul paesaggio ma anche sulla storia e sulla cultura dell’uomo. Dai tempi degli Equi, attraverso i romani, fino alle comunità contadine sopravvissute per quasi tutto il secolo scorso. Uno sterratone  totalmente pianeggiante che con circa 7 km porta alle sorgenti di Marano Equo. Durante il cammino si incontrano delle aree attrezzate con panchine tavoli e braceri dove poter sostare. 

Nasce sul confine tra Lazio e Abruzzo dai Simbruini (il nome di questo sistema montuoso deriva dal latino sub imbribus che significa sotto le piogge), tra le province di Roma e di Frosinone.
La piovosità del bacino e la natura carsica del territorio (costituito geologicamente da calcari fessurati) generano in queste montagne varie sorgenti perenni, alcune assai copiose che provengono in molti casi anche da molto lontano, probabilmente da zone esterne al bacino idrografico dell’Aniene e che vanno ad alimentare svariati corsi d’acqua.


Il fiume Aniene è composto da due rami principali: l’Aniene propriamente detto e il Simbrivio.
L’Aniene propriamente detto, la sorgente più lontana dalla foce ha il nome di Capo Aniene o Sorgente di Riglioso ed è posta 1.200 m s.l.m. sul versante meridionale del Monte Tarino (m 1.959): in realtà la sorgente più copiosa (1,5 m3/s) è posta un po’ più a valle presso le grotte del Pertuso, tra Filettino e Trevi, in provincia appunto di Frosinone.


Il Simbrivio invece nasce a Vallepietra (RM) da una serie di sorgenti che scaturiscono dal Monte Autore (m 1.853), dal Monte Tarinello e dal Monte Arsalone e confluisce da destra nell’Aniene dopo Trevi (FR). Poco prima della confluenza con il Simbrivio, l’Aniene forma le caratteristiche Cascate di Trevi che, specie negli anni sessanta del XX secolo, fecero da ambientazione di innumerevoli scene dei film di genere mitologico e peplum girati da registi italiani ed americani.


A valle di Trevi il fiume scorre in una valle molto incassata ricevendo solo piccoli tributi idrici fra i quali si annovera quello della Sorgente dell’Inferniglio che gli tributa da destra presso Jenne con portate variabili da 0,1 a 1,6 m3/s. La Grotta dell’Inferniglio che si trova a quota 512 m s.l.m e drena le acque della zona di Campo dell’Osso è una sorgente perenne, è la più importante del Lazio. Lungo il percorso troviamo la Fonte dei Cardellini (cliccare qui), una sorgente che sgorgando in alto da una grotta, scende in mille rivoli sulla roccia tappezzata di muschio direttamente sulla strada fino a giungere presso il Ponte delle Tavole da dove, alzando lo sguardo, si ammira il paese di Jenne posto in alto. Bellissimi i garruli zampilli e le piccole cascatelle che forma nel suo scendere. A questo quadro fanno da cornice una ricca vegetazione ed un ambiente di estremo valore naturalistico, dove sono presenti le specie animali e vegetali tipiche di un fiume di alta montagna.
Superato il paese di Jenne, appena dopo il complesso di S. Scolastica, l’Aniene ci regala un meraviglioso spettacolo di eccezionale qualità naturalistica: una piccola quanto pittoresca cascata che alimenta il laghetto di S.Benedetto.

Dopo avere bagnato Subiaco la valle s’allarga e giunto ad Agosta il fiume riceve parte del tributo delle copiose e famosissime Sorgenti dell’Acqua Claudia e dell’Acqua Marcia nel territorio di Arsoli e Marano Equo, fin dall’epoca Romana captate per la maggior parte dall’acquedotto a servizio di Roma  che vi prende il nome.


Dopo il maestoso salto (160 m) della grande cascata di Tivoli (e relative e successive cascatelle visibili dalla via Palombarese), l’Aniene giunge nella pianura romana raggiungendo con andamento sinuoso il punto di confluenza con il Tevere a Roma nella zona dei Prati Fiscali nei pressi di ponte Salario.

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