Il parco di Villa Glori


Villa Glori, piccola altura di 56 metri (monte Caciarello) sulla sinistra del Tevere,  è un parco di 25 ettari nella città di Roma, Municipio II, quartiere Parioli. Il progetto del parco fu affidato a Raffaele de Vico, architetto del Servizio Giardini, che in soli otto mesi creò un gradevole giardino nel quale passeggiare tra pini, lecci, querce, lauri, aceri, cedri, ippocastani ed ulivi, tutti puntigliosamente allineati a filari. Il parco fu inaugurato il 18 maggio 1924, ed è oggi in parte Parco della Rimembranza, in memoria dei caduti nella battaglia di Villa Glori, ed è pure dedicato ai caduti della prima Guerra Mondiale e poi riconsacrato a tutti i caduti romani in guerra.

Ad esso si può accedere da piazzale del Parco della Rimembranza e da via del Maresciallo Pilsudski. L’area è aperta dalle 7.00 alle 19.00. Nei dintorni sono l’Auditorium Parco della Musica ed il Villaggio Olimpico.

A Villa Glori si svolse, il 23 ottobre 1867, un epico episodio nella storia dei tentativi compiuti per assicurare all’Italia ormai unita la sua naturale capitale. I due giovani fratelli pavesi Enrico e Giovanni Cairoli, che erano stati al seguito di Garibaldi fin dal 1859, tentarono un colpo di mano volto a fomentare un atto insurrezionale a Roma.

Il 20 ottobre un “sacro drappello” di settanta rivoluzionari, con a capo Enrico Cairoli e, in sottordine, G. Tabbacchi, C. Isacchi e G. Cairoli, da Terni discesero il Tevere  su due barche cariche di armi, ma giunti nei presi dell’Acqua Acetosa dovettero constatare che nessuno era ad attenderli in armi. Si fermarono allora a Villa Glori nella speranza di poter stabilire un contatto con i patrioti romani. Furono però scorti da alcuni gendarmi pontifici e vennero assaliti il 23 ottobre da un drappello di zuavi che armati di ottimi chassepots li annientarono dopo un aspro combattimento intorno ad un mandorlo.


Fu ucciso Enrico Cairoli, mentre Giovanni, ferito si rifugiò nel vicino “Casale” di proprietà dell’ingegner Vincenzo Glori insieme agli altri superstiti. Fu fatto prigioniero e morì due anni dopo a Belgirate, vicino a Pavia, nella casa estiva di sua madre Adelaide, in seguito alle ferite riportate e mal curate.
Cesare Pascarella immortalò il fatto con una raccolta di 25 sonetti, intitolata “Villa Gloria” e pubblicata nel 1886, che è uno dei pochissimi esempi di poesia civile in dialetto romanesco.


Il Viale principale del Parco, in salita, incrocia il Viale dei Settanta (compagni di Cairoli) e porta al Piazzale dell’Altare, alla colonna commemorativa dei Caduti del 1867 ed al piazzale dove ancora oggi si vede il “tronco secco del mandorlo” che Enrico Cairoli bagnò con il suo sangue. Da qui, il Viale del mandorlo porta al “Casale” dove i Compagni di Cairoli si asserragliarono, a 100 metri un gruppo di querce dedicato ai Caduti Medaglie d’Oro della guerra 1915-18.
Parte degli alberi attualmente presenti nel parco è stata piantata nel 1924 dagli studenti romani, allegando ad ogni albero una targhetta con le generalità di un soldato scomparso. Il parco ospita un’area giochi per bambini e un’area di noleggio pony, oltre al sopra citato casale settecentesco chiuso al pubblico.


Per  la sua posizione e per la salubrità il luogo fu destinato ad ospitare, negli anni ’30 del Novecento, una colonia estiva riservata ai bambini dalla salute precaria. Negli anni ’50 fu realizzata, addossata al casale storico, una nuova costruzione in muratura che rendeva permanente il servizio di colonia estiva. Questo complesso ospita attualmente la casa/famiglia della Caritas, istituita per l’assistenza alle persone con Aids.
Tra gli spazi della villa è stata realizzata nel 1997 un’esposizione permanente di scultura contemporanea dal nome “Varcare la soglia”, nata con l’obiettivo di sperimentare l’osmosi tra natura ed arte, tra luogo della sofferenza e luogo della ricreazione e del riposo. Vi incontriamo opere di Canevari, Mattiacci, Castagna, Kounellis, Dompé, Mochetti, Staccioli e molti altri artisti contemporanei, che si inseriscono tra i pini e gli spazi aperti della villa, fino a condurre il visitatore a varcare la soglia ed entrare nel recinto della struttura di assistenza.

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