La tragedia dell’immigrazione clandestina

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L’immigrazione clandestina è l’ingresso di cittadini stranieri in violazione delle leggi del paese di destinazione. Gli immigrati sono mossi dalla ricerca di condizioni di vita migliori perché spesso i Paesi di provenienza sono poveri oppure in quei Paesi non vengono rispettati i diritti civili.
Da un punto di vista politico l’immigrazione clandestina va a toccare una serie di grandi questioni sociali quali: l’economia, il welfare state, l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la schiavitù, la prostituzione, il diritto di voto, i servizi pubblici e i diritti umani. Nell’agosto del 2009 anche in Italia è entrato in vigore il reato penale di immigrazione clandestina, reato già previsto negli ordinamenti giuridici di altri stati europei quali ad esempio Gran Bretagna, Francia e Germania.

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Le cifre nel complesso dicono che la situazione è grave, però si vedono segnali di miglioramento. Gli arrivi di irregolari sono fortemente calati nella prima metà dell’anno in Spagna (-38%), in Italia (-57%) e a Malta (-49%), mentre sono saliti in modo significativo in Grecia (+47%). Netto pure la diminuzione delle richieste di asilo: da noi sono scese del 12% nei primi due trimestri, eppure siamo il paese del fronte mediterraneo che ne accoglie di più (9.975).  Il vero cruccio è dato dalle condizioni di estrema precarietà igienico-sanitarie in cui versano gli stranieri coinvolti in questi “viaggi della speranza”; elevata è, infatti, la percentuale delle persone che arrivano ormai in condizioni di disidratazione e malnutrizione al limite della sopravivenza; tali “viaggi della speranza” si traducono, spesso, in vere e proprie carneficine. Sarebbero 415 i morti nel canale di Sicilia sino a metà agosto, contro i 1274 dell’intero 2008. Secondo il rapporto dell’Unione europea, fra maggio e tre settimane fa, l’Italia avrebbe respinto verso la Libia 1.216 persone fermate in acque internazionali.
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La cosa più terribile sono le organizzazioni criminali, che sono moltissime. Sono persone che approfittano della speranza degli altri, delle persone che sono nella miseria e che vogliono donare a se stessi e ai propri cari un futuro migliore. E allora si affidano a persone che con imbarcazioni non sicure si mettono in mare e questo porta a tragedie ad ogni istante. Occorre combattere tutto ciò.
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È necessario incrementare le possibilità per la gente che vuole tentare nuove opportunità di vita e di lavoro, occorre aumentare le possibilità di entrare legalmente in Italia e negli altri Paesi europei. Questo è ciò che si dovrbbe fare, non solo in Italia, ma in tutta Europa. E poi bisogna dire che gli italiani sono stati un popolo che ha lasciato l’Italia e che è emigrato in altri Paesi, soprattutto in quelli americani. E allora questo ci impone il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con una apertura totale di cuore ma con una gestione responsabile del fenomeno, puntando a mantenere saldi alcuni punti cruciali per non andare alla deriva: 1) l’immigrazione clandestina va combattuta; 2) l’accoglienza illimitata non aiuta gli immigrati e genera tensioni sociali nel paese; 3) i canali dell’immigrazione regolare hanno dei limiti imposti dalla sostenibilità da parte del sistema Paese e la cooperazione allo sviluppo con i paesi di provenienza è utile anche per diminuire il numero di persone in partenza da quei territori e diretti verso i nostri per motivi economici.
Respingimenti di clandestini, quindi, ma senza mai mettere a repentaglio le loro vite; rigore e fermezza sull’immigrazione illegale, ma solidarietà verso i rifugiati.
Immigrazione clandestina e lavoro nero

Per rimanere aggiornati cliccare qui  (Fortress Europe – l’osservatorio sulle vittime) e vedere anche il mio precedente post del 20 giugno 2008.
Roma: 36 immigrati stipati in appartamento

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