Bruco Walter

«BRUCO WALTER, MA CHE CI FAI CON PANNELLA?»
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LA METAMORFOSI DEL BRUCO RACCONTATA DA FORATTINI
«VELTRONI FA IL DECISIONISTA, MA CONTINUERÒ A DISEGNARLO COME PRIMA»
Era stato facile profeta, con quella copertina di “Vaffancolor”

che raffigurava un Romano Prodi preso a calci da uno stivalone che
simboleggiava l’Italia. «Era uscito a Natale, guardi che in quel periodo sembrava
che il premier dovesse durare…»,
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se la ride Giorgio Forattini, che oggi incassa il risultato di quella premonizione
politica godendosi il successo della sua raccolta di vignette a colori. Il
vignettista, però, non si sbilancia sull’esito del voto di aprile. «Una cosa è
certa: scompariranno i piccoli, e questo non può che farmi un gran piacere», dice. Oggi Forattini osserva, studia e disegna con interesse soprattutto Walter Veltroni, che a qualcuno potrebbe apparire nuovo, ma per lui “bruco” era e “bruco” resterà.
Ma perché lo raffigura così,Forattini?
Per una somiglianza fisica. Fu mia moglie a farmela notare. Mi disse, guarda che sembra
un baco. In effetti è così, ha un po’ la pappagorgia,sembra fatto a strati, da lì nacque il
bruco, anche se lui un giorno mi sembrò dispiaciuto…
Quando?
Lo incontrai all’aeroporto,disse che sua figlia ci restava male nel vederlo su “Repubblica” raffigurato come un verme. Io gli risposi: “Le dica che a suo padre tra poco spunteranno le ali”. Lui sorrise, da gentiluomo.

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Niente a che vedere con D’Alema…
Nooo, anzi. Lui è uno dei pochi di sinistra che non mi ha mai querelato.
Perché la sinistra ce l’aveva tanto con lei?
Perché per trent’anni è cresciuta una generazione di vignettisti che sparava contro il potere democristiano. Poi, quando la sinistra è andata al governo,io sono rimasto tra i pochi che ha continuato a fare il suo lavoro, senza guardare in faccia a nessuno, protetto da qualche direttore, come Scalfari. Ma in tanti giovani vignettisti è rimasta l’idea
che la satira sia di sinistra e non possa colpire la sinistra.
In queste elezioni cosa le stimola l’istinto satirico?
La disperata voglia di non scomparire dei piccoli partitini, sacrificati dall’esistenza
dei due blocchi. I piccoli sono disperati e cercano di difendere le proprie parrocchiette, ma verranno spazzati via dal voto, per fortuna, direi. Non potranno più ricattare nessuno.
Che male c’è ad essere piccoli?
Che si continua a giustificare la propria esistenza dicendo che loro, da Diliberto a Storace, sono rispettivamente la vera sinistra e la vera destra. Ma è evidente che
pensano solo a sopravvivere. Su Fini,invece, ho cambiato idea: credevo che
volesse farsi solo i fatti suoi, pensare a se stesso e al suo partito, invece col Pdl
ha avuto un colpo di genio.
Ma a lei hanno mai chiesto di candidarsi?
Molte volte, ma io preferisco il mio lavoro. L’unica volta che mi sono esposto
pubblicamente con un partito politico è stato quando ho partecipato a
una manifestazione con il partito radicale in favore del divorzio. A proposito,
l’altro giorno ho incontrato Marco Pannella, siamo amici: gli ho chiesto, scusa
ma che ci fai con Veltroni?
E che ci fa?
Non so, è assurdo. Gli ho ricordato tutte le volte che la sinistra lo faceva a pezzi,
lo massacrava, gli davano del cialtrone, del rompiscatole. Non capisco che bisogno c’era di allearsi con Veltroni,e non capisco neanche Veltroni: secondo me ci perdono tutti e due.
E dei teodem del Pd cosa pensa?
Si riferisce alla Bindi e alla Binetti? No,guardi, ne ho la stesa repulsione che
provo nei confronti dei comunisti. A me mi hanno sempre combattuto queste due “chiese”. E poi io sono contro tutti gli integralismi, figuriamoci quelli religiosi.
A Papa Ratzinger, infatti, riserva spesso vignette pungenti…
Però lo rispetto, perché lui fa il suo mestiere, si rivolge ai suoi fedeli. Chi
non è d’accordo può tranquillamente non dargli retta. Non tollero invece
quei politici che trasmettono in maniera integralista i messaggi della Santa
Sede, minando l’autonomia della politica.
Le piace Beppe Grillo?
Sì, ha grandi doti, però anche lui è un integralista, un predicatore, un fustigatore
un po’ troppo generico. Di questa storia del “vaffa”, che io avevo lanciato molti anni prima di lui nelle mie vignette, lui ne ha fatto un business. Però poteva svegliarsi prima.
Perché la sinistra è così in crisi, al punto da essere isolata perfino da Veltroni?
Per l’assoluta incapacità di riconoscere i propri errori. Basti pensare ai delitti
dei partigiani, c’è voluto Pansa. Se avessero fatto il mea culpa, magari
dicendo che Stalin era un “figlio di”, oggi forse sarebbero più credibili.
La fa ancora sorridere la politica?
Certo, il mio spirito non è cambiato. E poi sono da sempre un ottimista, mi
dispiace solo che nei confronti di chi,come me, cerca di esercitare uno spirito
critico, ci sia sempre qualcuno che utilizzi lo strumento giudiziario per
mettermi a tacere. La satira è satira!
E D’Alema?
Mi continua a fare orrore, tanto è vero che ancora oggi lo disegno con la divisa nazista.
E Rutelli, candidato sindaco di Roma?
Il suo biglietto da visita è lo scempio dell’Ara Pacis. Al suo avversario, Gianni
Alemanno, consiglio di mettere al primo posto del programma il trasferimento
di quella orribile teca firmata da quell’architetto americano. Prometta
di portarla altrove e liberi la tomba di Augusto: prenderà un sacco di voti,
parola di Forattini.(da il Secolo d’Italia.it)

Walter Veltroni – Obama

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